Cosa vedere a
Cala Gonone e Dorgali
Panoramica della località
Dorgali e Cala Gonone sono due località turistiche della Sardegna, situati nella costa orientale dell'isola. Il centro abitato di Dorgali è un antico paese che offre una vista panoramica sulla montagna, mentre Cala Gonone è una baia circondata da spiagge incantevoli e coste rocciose.
La bellezza naturale di Dorgali e Cala Gonone attrae turisti da tutto il mondo. La costa nord di Cala Gonone è caratterizzata da spiagge di sabbia fine mentre la parte sud è famosa per le calette incastonate tra le falesie e le acque cristalline. Per gli amanti del bel mare sono possibili una grande varietà di attività acquatiche come immersioni, snorkeling e pesca subacquea. Gli appassionati di climbing troveranno numerose vie di arrampicata aperte da persone provenienti da tutta l'Europa e adatte ad ogni grado di esperienza. Questa zona è anche un punto di partenza ideale per escursioni a piedi lungo le coste rocciose e nell'entroterra sardo.
Dorgali e Cala Gonone offrono anche molte opportunità di svago. Il paese è famoso per la sua cucina tradizionale con prodotti locali, come il formaggio pecorino, l'olio, il vino ed il mirto. Le botteghe artigiane del paese si contraddistinguono nel panorama nazionale per la produzione di pregiate filigrane in oro, ceramiche e filati. Nel circondario è possibile esplorare le antiche rovine nuragiche e i tesori storici, come le chiese campestri, magnificienti grotte come quella del Bue Marino o Ispinigoli, che contiene una delle più grandi stalgmiti d'Europa o altri siti di interesse naturalistico e storico come la dolina di Tiscali.
Per gli appassionati di avventura, Dorgali e Cala Gonone offrono molte attività all'aria aperta come escursioni in montagna, equitazione, rafting e canyoning. Inoltre, la regione è famosa per la sua ricca biodiversità e la presenza di molte specie animali e vegetali rare.
In conclusione, Dorgali e Cala Gonone sono una destinazione ideale per chi cerca una vacanza all'insegna del sole, del mare e della natura. Queste due località offrono una combinazione unica di attività culturali, gastronomiche e avventurose, che soddisferanno i gusti di ogni viaggiatore.
La costa
Il Golfo di Orosei si tende ampio sulla costa orientale dell' isola, delimitato a nord dalla Punta Nera e a sud dal Capo di Monte Santo. Un netto confine geologico, divide il golfo in due zone, diverse per la natura del paesaggio e l' origine del territorio. La parte settentrionale mostra un profilo costiero basso, con spiagge di sabbia e pietre retrodunali. quella meridionale, cui appartiene il paese di Cala Gonone, è caratterizzata da un' alta catena di montagne calcaree, ricoperte da boschi e macchia mediterranea.
Alle spalle di Cala Gonone il monte Irveri protegge il paese da nord, tuffando, da una parte le sue pareti verticali in mare, e dall' altra congiungendosi alla catena del Monte Bardia (882 m. s.l.m.) e del Monte Tului (916 m. s.l.m.). Quest' ampio anfiteatro naturale è rimasto isolato dall' entroterra grazie agli alti bastioni di roccia, che lo hanno reso inaccessibile per secoli.
La totale mancanza di insediamenti urbani e strade costiere rende questa costa una delle più interessanti dal punto di vista naturalistico ed ambientale. Gli elementi di maggior richiamo turistico del golfo, sono sicuramente le spiagge. Quasi tutte accessibili solo dal mare, si aprono sulla costa tra faraglioni e strapiombi, grotte ed archi di roccia in un paesaggio di straordinaria bellezza.
Le spiagge raggiungibili a piedi
Davanti al paese ed a ridosso del porticciolo si trova la spiaggia di ciottoli e sabbia detta Spiaggia Centrale, le condizioni del mare calmo e l' ombra degli alberi al limitare dell' arenile, nonché la presenza di una fontanella la fanno preferire alle famiglie con bambini.
Proseguendo sul lungomare si incontrano gli arenili di Palmasera, sono spiaggette libere, distese davanti al paese, accessibili direttamente dalla strada. Sos Dorroles e S' Abba Meica distano 300 m. e si raggiungono a piedi dal parcheggio alla fine del lungomare. Una ripida parete detritica dal colore dorato la protegge dal vento di maestrale.
Dirigendosi a sud, sulla strada costiera che parte dal paese all' altezza del campeggio, si raggiunge dopo 3 km. la spiaggia di scogli e ciottoli bianchi la spiaggia di Ziu Martine.
Proseguendo oltre mezzo chilometro, si giunge al termine della strada asfaltata che domina dall' alto la caletta di Fuili e la Gola retrodunale (Codula). Stretta fra le alti pareti di roccia, una fitta vegetazione di ginepri e macchia mediterranea regola ombra e frescura ai turisti e agli scalatori che sulle ripide falesie praticano il Free-Climbing. Cala Fuili è l' ultima spiaggia del paese raggiungibile in auto; proseguendo a piedi con un trekking di due ore, si può arrivare a Cala Luna prendendo il sentiero che risale sulla parete opposta a quello della strada asfaltata.
Affascinate itinerario che i più sportivi affrontano con kayak e canoe per osservare le numerose specie di uccelli che nidificano sulla costa, le colonie di falchi della regina, i gabbiani reali corsi.
Le spiagge raggiungibili in macchina
Nella costa nord di Cala Gonone potrete raggiungere in circa 25 minuti di macchina le spiagge di Osalla e Cala Cartoe. Entrambe si caratterizzano per la sabbia fine dell'arenile e i fondali bassi. Sono presenti in entrambe servizi di ristoro e bar, noleggio pedalò, sdraio ed ombrelloni. Sono consigliate per famiglie con bambini ed in generale per gli amanti del bel mare e della sabbia. In circa 40 minuti di auto invece potrete raggiungere i litorali di Orosei con le oasi di Bidderosa o Su Barone.
Le spiagge raggiungibili via mare
Oltrepassata la strada litoranea di 3km che collega Cala Fuili all'abitato di Cala Gonone, le possibilità terrestri di visitare le spiagge a sud si limitano a lunghi trekking di uno o più giorni,organizzati per la difficoltà dei percorsi dalle guide escursionistiche. Anche raggiungere Cala Luna può essere difficoltoso per molti in quanto il trekking di 2 ore, benchè segnalato, non è per tutti. Tante sono le segnalazioni che arrivano infatti ogni estate alla protezione civile per escursionisti che hanno smarrito il cammino sulle mulattiere dei pastori.
Più comodo è sicuramente raggiungere le calette della parte sud del Golfo di Orosei tramite imbarcazioni.
A 7 km da Cala Fuili si apre il litorale di Cala Luna, ampio e composto da un misto di sabbia e ciotoli. L'arenile è rigenerato ogni anno dalla piena del Rio Ilune, il fiume che scorre alle spalle della spiaggia.
Proseguendo circa 6 km a sud si raggiunge il litorale di Cala Sisine, foce del rio omonimo che presenta caratteristiche simili a Cala Luna. Nelle due spiagge ad origine fluviale sono presenti servizi di ristoro e noleggio di kayak e pedalò.
A 10 minuti di navigazione si può ammirare la spiaggia di Cala Biriola con le sue acque color smeraldo e le adiacenti Piscine di Venere, specchio d'acqua di impareggiabile bellezza.
A pochi km si apre alla vista lo spettacolo di Ispuligidenie con Cala Mariolu e Cala Gabbiani che meritano senza dubbio una visita per chi è in zona. I ciotoli particolari delle due spiagge composte da una graniglia calcarea finissima e il colore dell'acqua rendono le due calette tra le mete preferite dai turisti.
Chiude l'elenco delle spiagge del Golfo di Orosei la bellissima Cala Goloritzè che con l'omonimo arco di roccia e lo sperone dell'Aguglia regala uno scenario unico e un ricordo indelebile di una vacanza in Sardegna
Le spiaggia di Cala Luna
Cala Luna è una spiaggia del Golfo di Orosei, in provincia di Nuoro. La spiaggia rappresenta la foce di un torrente che segna il confine dei territori comunali di Dorgali e Baunei, comuni che rivendicano a loro volta la proprietà del sito, tale torrente, chiamato Codula di Luna, si estende per alcuni chilometri, originandosi alle pendici del M. Oseli (984 m s.l.m.) nel comune diUrzulei.
La spiaggia si caratterizza per la presenza di alcune grotte o insenature nella parte antistante alla battigia, dovute all'azione di erosione del mare sulla roccia di origine calcarea.Cala Luna è famosa per la sua bellezza e particolarità, ed è stata utilizzata come cornice per la registrazione di molte pellicole del cinema italiano e straniero. Si può raggiungere agevolmente via mare, attraverso il servizio fornito da alcune imbarcazioni che effettuano la spola con il vicino porto di Cala Gonone, Santa Maria Navarrese, La Caletta o Arbatax.
Raggiungere la spiaggia via terra richiede un paio d'ore, con il sentiero che parte da Cala Fuili, un sali scendi sulle scogliere abbastanza impegnativo sovrasta le grotte del Bue Marino, una diramazione porta all'ingresso via terra della grotta, e Cala Oddoana prima di scendere verso la Cala Luna.
Codula di Luna - In alternativa si può raggiungere la spiaggia dal bivio posto al km 172,100 della SS 125. Si percorre una stretta strada asfaltata, con ripidi tratti in salita e discesa, per circa 10 km fino alla località di Telettotes dove essa termina. Da qui occorre proseguire a piedi per altri 10 km circa all'interno della Codula di Luna seguendo il greto del torrente.
Una terza possibilità consiste nell'imboccare la carrareccia che dalla strada Dorgali - Cala Gonone si apre all'altezza del M. Malopès (253 m s.l.m.). Da qui si prosegue per circa 8 km in direzione di Cuili Bucchiarta. Da qui un ripido sentiero, denominato S'iscala 'e su molente, conduce nella Codula di Luna a circa 2 km dalla spiaggia.
Piccola curiosità: il gruppo cileno degli Inti-Illimani ha dedicato a questa magnifica spiaggia e a tutta la Sardegna una bellissima canzone, chiamata appunto "Danza di Cala Luna".
Le grotte del Bue Marino
Tesori nascosti all' interno delle montagne, fini opere d' arte naturali create in milioni di anni dall' azione corrosiva dell' acqua, sono i meravigliosi spettacoli naturali celati all' interno delle centinaia di grotte presenti nei dintorni di Dorgali e lungo la costa di Cala Gonone. Una vera mecca per gli amanti del mondo sommerso che la località possono ammirare la varietà delle sua offerta speleologica che accontenta i gusti dei visitatori più esigenti.
Dai più temerari, amanti degli sport estremi e dell' avventura, a quelli più tranquilli che possono ammirare in tutta comodità e sicurezza le grotte turistiche del Bue Marino e di Ispinigoli (attrezzate da decenni con luci e passerelle).
Uno spettacolo fuori dal mondo: Le grotte del Bue Marino
Prendono il nome dall'appellativo in sardo della foca monaca, il simpatico e raro mammifero che fino agli anni '80 le frequentava.
Già dagli anni cinquanta le grotte sono state aperte alle visite del pubblico, grazie alla lungimiranza degli amministratori comunali dell'epoca e all'intraprendenza di alcuni operatori turistici che, con le loro piccole imbarcazioni hanno fatto scoprire queste meraviglie della natura ai primi turisti della località balneare. Sono raggiungibili via mare dal porto di Cala Gonone, con una escursione di circa trenta minuti, grazie ad un moderno servizio di trasporti.
Lungo il tragitto marino si ammirano le imponenti falesie calcaree che si tuffano nelle trasparenti e cristalline acque delgolfo che colpiscono ed incantano anche il visitatore più distratto. Si resta estasiati davanti al maestoso ingresso a cui si accede comodamente grazie ad un pontile in legno. L'antro è formato da due diramazioni principali: il ramo Nord ormai fossile perché al suo interno è cessata l'attività carsica ed il ramo Sud ancora attivo grazie allo scorrere di un fiume sotterraneo. Il primo particolare che le guide illustrano agli ospiti sono i Graffiti del neolitico, una serie di figure umane che danzano intorno a bassorilievi interpretati come dischi solari. Attualmente la visita si effettua nel ramo Sud, lungo il percorso turistico si notano le particolari stalagmiti e stalattiti dalle diverse tonalità che grazie ai giochi di luce favoriscono particolari cromatismi di rara bellezza. Accentuati dalla limpidezza delle acque del suggestivo lago salato (oltre 1 Km di superficie, tra i più ampi del mondo).
Particolarmente interessanti i numerosi fossili, tra cui ricordiamo le ostriche, che abbelliscono ulteriormente la passeggiata di circa trenta minuti che si conclude nella spiaggia delle foche: un incantevole fazzoletto di sabbia inserito in un gigantesco salone dove fino a qualche anno fa la foca monaca metteva al mondo i suoi cuccioli. In questa parte terminale dell'itinerario le acque dolci dei fiumi sotterranei si miscelano con quelle salate del mare. Qui finisce il giro turistico ma ben altre meraviglie si celano agli occhi dei visitatori. Meraviglie che si susseguono per chilometri all'interno del massiccio del Supramonte marino, visitabili solo da speleologi subacquei esperti e preparati, che raccontano di decine di sifoni e di ambienti da favola. Altrettanto interessante e suggestivo e il ramo Nord della grotta, visitabile solo con autorizzazione, dove ci si può specchiare nelle limpide acque del laghetto smeraldo o stupirsi alla vista delle particolari concrezioni della sala dei candelabri
La montagna
Un territorio vastissimo che ospita una natura sempre varia e diversa, dalle desolate estensioni del Supramonte alla dolcezza delle valli coltivate a vite per finire agli altopiani basaltici del Gollèi dove si alternano il pascolo e la coltivazione della vite e dell' ulivo.
La campagna dorgalese è un insieme di spazi aperti ornati ed abbelliti dalle opere dell' uomo : i caratteristici ovili in pietra e legno di ginepro utilizzati dai caprai, le numerosissime chiese campestri testimonianza di una forte attenzione della comunità al divino e al mistero sacro.
L' allevamento, l' agricoltura, la storia civile e sociale moderna (basti pensare alla legge delle chiudende) hanno modellato, in armonia con le leggi naturali, il paesaggio delle campagne circostanti. Natura e cultura da scoprire per comprendere lo spirito di una comunità, che nella storia millenaria ha rispettato e conservato con equilibrio il suo incredibile ambiente naturale.
Il Supramonte e il Gollèi.
Il Supramonte è una vasta area divisa in due parti dalla strada statale 125 o Orientale Sarda che separa il Supramonte Montano da quello Marino.
Il Supramonte Montano confina con il Supramonte di Orgosolo, Oliena ed Urzulei.Tra le sue cime più alte ricordiamo Monte Oddeu, Monte Tundu, Campo Gutturgios, Monte Omene. Al suo interno si celano monumenti naturali di grande suggestione come la Gola di Gorroppu, che con le sue pareti alte oltre 400 mt è tra i canyon più alti ed estesi d'Europa, il misterioso villaggio nuragico di Tiscali, l'altopiano di Doinanicoro, un pianoro carsico di 3 kmq a 900 m di quota. Quest'area montana è uno dei templi degli escursionisti amanti del trekking, della flora e della fauna selvatica (non è raro avvistare i mufloni).
Non meno suggestivo è il Supramonte Marino bagnato dalle acque cristalline del Golfo di Orosei, attraversato da lunghe codule che terminano sul mare con incantevoli spiagge come Cala Fuili e Cala Luna.
Il Gollèi: un'area dove prevalgono le rocce formatesi in seguito ad antiche eruzioni vulcaniche ed attraversata dal corso del Cedrino. La coltivazione della vite e dell'ulivo addolciscono il paesaggio che in alcune sue parti è ricoperto dai caratteristici cespugli della macchia mediterranea e da radi boschi di leccio.
L' architettura rurale: chiese e ovili. Passeggiando nelle campagne intorno al paese non è difficile scorgere ed ammirare piccole chiese campestri, costruite durante il XVII secolo e dedicate rispettivamente a : N. S. de S'Ena, N. S. degli Angeli, San Pantaleo, Madonna di Buoncammino, Madonna di Valverde, S. Giovanni Crisostomo, Spirito Santo, S. Giovanni Battista. Un 'architettura semplice e spartana valorizzata dalla bellezza del paesaggio circostante.
Spesso intorno alle chiese, sono state edificate le cumbessias, piccole casette utilizzate dai fedeli e dai priori, che che vi soggiornavano durante le manifestazioni religioni dedicate al santo. Feste religiose che terminavano con con grandi pranzi, e richiamavano folle di fedeli, tradizione ben viva fino ai primi anni "90". Tra gli otto monumenti, consigliamo la visita alla chiesetta campestre della Madonna del Buoncammino, situata presso la valle di Oddoene. Un altro esempio di architettura rurale sono i cuiles (ovili): semplici capanne con base circolare di pietra (per lo più calcarea) e copertura in legno a forma conica. Erano le dimore dei pastori, soprattutto dei caprai, che all' interno vi lavoravano il latte per produrre il formaggio. Attualmente sono sempre più utilizzati dagli escursionisti come campi base o punti di ristoro durante gli itinerari supramontani.
Gorropu: il Canyon da guinness dei primati
Centinaia di metri di altezza e pochi metri di larghezza. Non sono solo misure, ma un'insolita e coinvolgente dimensione spazio temporale quella che offre al visitatore della gola di Gorropu. Uno dei Canyon più grandi d'Europa, un taglio profondo oltre un chilometro e mezzo all'interno delle montagne del Supramonte, senza dubbio una dei massicci calcarei più selvaggi e impervi d'Italia.
Milioni di anni di lavoro dell'acqua
Gli enormi, giganteschi, ciclopici massi di calcare che si trovano all'interno della gola svelano la forza, la violenza e l'azione corrosiva esercitata dall'acqua in centinaia di milioni di anni di incessante lavoro. Il fiume ha scavato, modellato, levigato la roccia fino a far sbocciare delle vere e proprie sculture.
Il Rio Flumineddu
Le acque del rio Flumineddu scorrono ancora lungo e sotto il Canyon – nella stagione invernale si verifica l'affascinante spettacolo della piena con un impressionante effetto sonoro - per riaffiorare all'ingresso della gola. Un piccolo specchio di acqua che ingentilisce questo monumento con forti caratteri che rimandano alle epoche più remote della preistoria.
Il fiume, le piscine naturali e la chiesetta
L' acqua scorre verso la valle di Oddoene, nel suo tragitto s'incontrano delle piccole vaschette di calcare dove è possibile immergersi nel fiume circondati da una vegetazione rigogliosa, fino al ponte di Sa Barva. Il punto di partenza delle escursioni dal versante di Dorgali (l'entrata della gola si raggiunge in circa due ore di camminata). Un itinerario tra i vigneti del noto Cannonau della Valle di Oddoene dove è possibile arricchire l'esperienza con la visita della chiesetta campestre della Madonna del Buoncammino, monumento di architettura rurale che merita di essere conosciuto per la sua particolare struttura: è circondata dalle Cumbessias ovvero delle casette dove trovavano ristoro i pellegrini. Fino agli anni ottanta del secolo si celebrava una festa campestre che richiamava tutta la comunità.
L'escursione da Urzulei
Un altro itinerario consigliato per raggiungere il Canyon parte dal territorio del comune di Urzulei - un piccolo paese ma con un territorio immenso e un vasto giacimento di monumenti naturali – più in particolare dal Passo di Genna Silana (si raggiunge percorrendo l'orientale sarda) dove si apre un sentiero di circa 4 km che si percorre in circa 1 ora e mezzo, il ritorno è più arduo perché prevede la risalita e si stima un tempo medio di circa 2 ore e mezzo.
Le grotte di Ispinigoli
Una lunga colonna alta 38 metri, che ha pochi rivali in Europa e nel mondo, unisce la volta con la base della grotta.È il fiore all'occhiello della grotta di Ispinigoli, raggiungibile percorrendo una deviazione, a destra dal Km 32,600, lungo la S.S.125 in direzione di Orosei partendo daDorgali. Attrezzata negli anni settanta dalla Pro Loco con un sistema di illuminazione e di scale che si snodano intorno a cascate di stalagmiti e stalattiti dalle forme e dai colori più vari.
È visitabile per dieci mesi all'anno grazie ad un efficiente servizio di visite guidate; negli altri due mesi è possibile prenotarsi presso la Pro Loco. L'itinerario della durata di circa quarantacinque minuti, inizia da un belvedere panoramico situato alla sinistra dell'entrata, da dove si può ammirare la profondità della voragine. Sin dai tempi più antichi veniva utilizzato dall'uomo come rifugio.
Fino a qualche decennio fa offriva riparo anche ai caprai. La temperatura mite e costante (15 gradi) rende gradevole la visita che continua percorrendo i 280 gradini fino alla base dellacolonna da guinness dei primati. Tra le altre particolarità si segnala l'abisso delle vergini, un profondo e stretto imbuto che mette in comunicazione con le diramazioni sotterranee della grotta, che si sviluppa per circa 12 Km nelle viscere della terra. Fiumiciattoli e ruscelli attraversano perennemente questo ramo della grotta aperto solo a speleologi esperti.
Alla base dell'abisso sono stati ritrovati dei monili in pasta vitreadi fattura fenicia (esposti nel museo archeologico di Dorgali) e resti ossei attribuiti a giovani donne. Sulla base di questi ritrovamenti è nata la leggenda dei sacrifici umani perpetrati dai fenici per ingraziarsi gli dei.
Attrazioni culturali
Visita all'acquario di Cala Gonone
L'Acquario di Cala Gonone offre un'esperienza unica a chi è appassionato di fauna marina. Questo acquario, infatti, è stato progettato per permettere ai visitatori di entrare in contatto con i pesci, i crostacei e le altre specie che vivono nel mare della Sardegna.
È una delle attrazioni più belle e interessanti di Cala Gonone e ospita una vasta collezione di specie marine, che vanno dalle piccole meduse alle affascinanti tartarughe marine e squali. I visitatori possono passeggiare lungo le vasche espositive, dove potranno ammirare i pesci che nuotano nell'acqua cristallina e interagire con alcune delle specie esposte, come ad esempio le aragoste, i granchi e le stelle marine.
Visita al museo e ai siti archeologici
Immergiti nella cultura millenaria sarda con una visita al Museo Archeologico di Dorgali. Le ampie sale ospitano reperti rinvenuti dal territorio e le guide vi regaleranno un viaggio emozionante che va dal paleolitico all'era post romana. Tra l'altro il biglietto cumulativo del museo vi da la possibilità di accedere agli altri siti archeologici come Nuraghe Mannu o Serrra Orrios. Di seguito alcune dei tesori storici che potrete visitare durante una vacanza a Dorgali e Cala Gonone:
Le pietre che parlano
Il territorio di Dorgali e Cala Gonone dal punto di vista archeologico, è un voluminoso libro aperto dove si possono leggere le misteriose tracce lasciate dai differenti popoli e civiltà che si sono succeduti nell' isola. Gli imponenti menhir, le misteriose domus de janas, originali dolmen in basalto o pietra calcarea, i maestosi nuraghi a strapiombo sul mare o svettanti sulle cime delle montagne, popolosi ed estesi villaggi dell' età del bronzo ed eleganti Tombe dei Giganti. La varietà, il buon stato di conservazione, la presenza di guide professionali, una cartellonistica ben posizionata, sentieri attrezzati, rappresentano la variegata offerta archeologica del paese.
La casa delle Fate
La belle epoque della storia sarda è senz'altro il neolitico (IV-III millennio a.C.): la "felice età dell'oro nero" cosi come è stata chiamata dagli archeologi per via dell'intenso uso e commercio dell'ossidiana.
Questa roccia nera, di origine vulcanica, vetrosa e tagliente veniva utilizzata per confezionare le micidiali punte di freccia: armi indispensabili per un popolo di cacciatori che su quest'attività basava la sua economia di sussistenza.
Le domus de janas
Cinquantaquattro Domus de Janas ricavate direttamente su diverse tipologie di roccia, con l'unico ausilio degli attrezzi di scavo in pietra, testimoniano la forte presenza umana in questa epoca lontana nel territorio dorgalese.
Le Domus de Janas o case delle fate, secondo la tradizione mitologica popolare, sono delle piccole tombe per lo più monocellulari (composte da un'unica celletta) dove trovavano dimora le spoglie dei defunti.
Ma è possibile ammirare anche esempi di domus pluricellulari composte da più ambienti intercomunicanti o di necropoli formate da più domus come quella di Conca e Janas (ben 8 domus) raggiungibile dalla S.S. 125 - direzione Orosei - percorrendo la deviazione all' altezza del Km 211,5.
Tra le numerose domus del paese consigliamo la visita della Domus di Pirischè, facilmente raggiungibile dalla circonvallazione a monte.
Segnalata da un cartello, la sterrata di circa un km conduce al piccolo monumento, sito sul ciglio della strada.
Ricavata da una colata di roccia basaltica, l'interno del vano sepolcrale di pianta rettangolare e diviso da una parete.
Di grande interesse anche la Domus di Isportana, situata nelle vicinanze di Dorgali, sulla strada che immette nella valle di Oddoene.
I Dolmen
Un popolo venuto dal nord.
La parola dolmen è di origine bretone e indica la singolare costruzione funeraria che si ritrova tra le civiltà del Nord Europa: in particolare della Francia nord-occidentale.
Seppure con proporzioni ridotte, in confronto alla monumentalità dei megaliti del continente europeo, anche in Sardegna è possibile scorgere tra le zone di montagna e gli altipiani queste costruzioni.
A Dorgali si ha notizia di 14 dolmen di cui 6 ancora integri.
Il più importante è quello di Motorra che si trova a 400 metri dalla S.S. 125 che porta ad Orosei, all’altezza del Km 208.
E’ composto da 8 pietre in basalto disposte in circolo, sormontate da una grande lastra.
La sua costruzione si fa risalire al 2100 a.C. (Età del Rame, cultura del vaso campaniforme) anche se sono stati ritrovati manufatti ceramici precedenti attribuiti alla cultura di Ozieri (neolitico recente).
I dolmen si ritrovano anche vicino al mare come testimonia quello di Monte Longu, di forte interesse per l’utilizzo della pietra calcarea (si raggiunge percorrendo un sentiero, che parte dal secondo tornante nella strada Dorgali – Cala Gonone).
Le torri che sfiorano il cielo : i Nuraghi.
Il nuraghe è uno dei simboli più conosciuti della Sardegna, il monumento più rappresentativo della sua storia millenaria.
Si tratta di un'imponente costruzione che può raggiungere e superare i 20 metri d'altezza, di forma semplice o complessa.
Nei suoi esemplari maggiori, comprende anche 15 torri collegate l'una con l'altra grazie ad alti e spessi muri.
Pare inverosimile che molte di queste costruzioni, innalzate con la tecnica della pietra a secco, senza l'utilizzo di materiali di coesione, si siano conservate integre fino ai nostri giorni.
Essi rappresentano un vero gioiello della tecnica e dell'architettura preistorica che documenta l'alto grado di sviluppo raggiunto da questa civiltà dell'età del bronzo.
Il territorio dorgalese è stato una delle culle di questo popolo di pastori-guerrieri come testimonia la forte concentrazione di nuraghi (40), di villaggi (più di 60), e di tombe megalitiche (più di 30).
Nascosti all'interno di grotte caratteristiche nel cuore del Supramonte, la montagna più selvaggia dell'isola, a picco sul mare o sul ciglio di spuntoni di roccia a guardia delle vie di penetra vie di penetrazione fluviale, i monumenti nuragici controllano e abbelliscono gran parte dei 225 Kmq della campagna dorgalese.
La presenza di numerosi insediamenti nuragici a Cala Gonone smentisce la teoria che i nuragici fossero un popolo nascosto nelle montagne e chiuso agli scambi culturali.
Le vaste dimensioni del villaggio Nuraghe Arvu (l'archeologo Taramelli negli anni venti contò quasi 120 capanne), il Nuraghe Favorita (a poche decine di metri dalla spiaggia Palmasera), il villaggio Nuragheddu e Nuraghe Mannu dimostrano al contrario la forte pressione demografica che si registrava durante l'Età del Bronzo e fino all'epoca romana lungo la costa orientale.
Consigliamo la visita al Nuraghe Mannu che si raggiunge percorrendo la strada Cala Gonone/Dorgali. Superato il primo tornante si prosegue, svoltando poi a sinistra. Il sito dipone anche di visite guidate. Il piccolo nuraghe monotorre, da cui si domina con un colpo d' occhio l 'intero Golfo di Orosei, è circondato da decine di capanne riportate alla luce negli anni '90 grazie ad un programma di ricerche-vacanza. questo ciclo di scavi ha permesso di rivenire le basi circolari nuragiche che erano coperte in precedenza, dalla vegetazione e dalle costruzioni romane a base quadrata. Una sovrapposizione culturale che rimanda alla dura colonizzazione delle truppe romane che occuparono il villaggio come avamposto militare e centro di scambi commerciali, come testimoniano le ceramiche sigillate con i timbri che ne attestano la provenienza delle colonie romane Nord-Africane.
Il Villaggio di Serra Orrios.
IIl villaggio santuario, il centro religioso più importante della Dorgali Preistorica.
E' il villaggio di Serra Orrios, a dieci Km dal paese, famoso per i due caratteristici tempietti a megaron e per la complessa articolazione urbana dell'insediamento.
Conserva ancora in piedi ben 70 capanne dove si suppone abitassero circa 300 persone.
Si entra nel villaggio dall'ampio recinto delle feste (40 mt di diametro) dove venivano accolti pellegrini, ospiti e viandanti e probabilmente si celebravano riti e feste religiose come lascia supporre il primo tempietto a megaron, situato all'interno del piazzale, di cui si sono conservate solo le fondamenta.
Superato l'ingresso architravato, si accede ad un vestibolo a forma di ferro di cavallo e si giunge quindi al secondo tempietto a megaron.
Più imponente del primo, questo è racchiuso da un recinto sacro e conserva una buona alzata (circa due mt) dei muri perimetrali.
E' notevole l'ingresso, su cui poggia un architrave arcuato e una protome mammillare scolpita sulla sinistra dell'entrata, che evoca il culto prenuragico della Dea Madre.
Passeggiando tra le viuzze si evidenzia la struttura familiare dell'agglomerato urbano, composto da sei isolati formati da gruppi di 5-6 capanne disposte in cerchio con al centro un pozzo comune per l'acqua.
I numerosi materiali restituiti dagli scavi iniziati negli anni 20 documentano l'intraprendenza economica e sociale dei suoi abitanti che si dedicavano all'allevamento, all'agricoltura e alle attività artigianali (filatura e tessitura della lana, produzione di utensili in ceramica e lavorazione dei metalli).
Il riposo dei Giganti. Le Tombe Megalitiche
La monumentalità delle sepolture collettive nuragiche ha stimolato la fantasia popolare che, vista l'imponenza di queste tombe, ne ha attribuito l'uso ad esseri fantastici.
La ricerca scientifica ha invece confermato la tradizione nuragica di costruire edifici funerari che dovevano custodire le spoglie di tutti gli abitanti del villaggio.
Esemplificativa è la Tomba dei Giganti di Thomes, a soli 6 Km dal villaggio di Serra Orrios in direzione della Superstrada 131 Nuoro - Olbia (3 Km dopo il bivio per Orosei/Nuoro).
Si accede al megalite dalla strada principale, dove è presente un ampio spazio per il parcheggio, dal quale parte un comodo sentiero di 400 mt..
Stupisce l'altezza della stele centrale (3,65 mt) in granito con i bordi lavorati (stele centinata) e una piccola porticina che, simbolicamente, rappresentava la porta inferi che conduceva al mondo ultraterreno.
Anteriormente alla stele, un'esedra semicircolare formata da pietre coltello (infilate nel terreno) delimita l'area sacra in cui si officiavano gli ancestrali riti funerari.
Dietro la stele, si allunga per 11 metri la camera mortuaria.